Bologna

storia, arte, monumenti e cucina della cittą di Bologna

Capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna, città con una popolazione di 405.000 abitanti, è collocata nella zona pedemontana appenninica, allo sbocco della Valle del Reno nella pianura emiliana.
Sull’originario nucleo romano a insualae rettangolari, si è inserita la cittadella medievale, sviluppatasi a raggera. Oltre la seconda cerchia poligonale di mura, eretta nel trecento e in gran parte distrutta agli inizi del XX secolo, si è poi estesa la città moderna, sia lungo l’asse della via Emilia, sia in corrispondenza delle prime propaggini collinari e della zona situata verso la pianura, in conseguenza dell’ubicazione della stazione ferroviaria.

Bologna è un centro commerciale di grande rilievo, sia per lì ricchezza agricola della pianura vicino, sia per la sua posizione d’incrocio fra le più grandi direttrici del traffico nazionale (Firenze-Bologna-Milano, Firenze-Bologna-Brennero, Firenze-Bologna-Venezia e Rimini-Bologna-Milano). Notevoli le industrie meccaniche e metallurgiche (motocicli, carrozzerie, impianti frigorifici e macchinari), alimentari (panifici, distillerie ,zuccherifici), poligrafiche, radiotecniche, farmaceutiche e delle calzature.

CENNI STORICI
Antichissima insediamento ibero-ligure, divenne nel VI secolo a. C. cittadina etrusca, col nome di Felsina. Annientata dai Galli nel IV secolo a. C., fu occupata, nel 189 a. C., dai romani che la chiamarono Bonomia. Assediata e distrutta dai barbari, la città, in epoca medievale seguì le sorti dell’esercito di Ravenna e, dopo varie domini, divenne libero comune intorno all’anno mille.
Alla fine dell’XI secolo risale la fondazione Università, che attraeva studenti da ogni parte d’Europa. Parigi e Bologna possono infatti dirsi le capitali della culturali dell’Europa nel medioevo.

“Lo studio”, per privilegio imperiale, rappresentò nel XII secolo quasi un comune a se stante, con diritti autonomi e magistrati liberi.
Il complesso dei diecimila studenti fu diviso poi in due principali associazioni: l’università dei Citramontani, ovvero degli italiani, e quella degli oltramontani, cioè degli stranieri.
Un’idea dell’importanza dell’università di Bologna può essere data dal fatto che da essa fu annunciata la rinascita del diritto romano.
Nei due secoli successivi la città conobbe l’epoca di maggior floridezza demografica e economica, seguita poi dalla lunga sottomissione allo stato della chiesa, durato fino alla metà del XIX secolo. Dopo aver raccolto benevolmente il dominio napoleonico, sperò vanamente di riavere l’indipendenza dal congresso di Vienna.

Divenne poi il centro del movimento delle sette liberali che agivano in Romagna, finché nel 1831 fu la capitale delle province unite. Insorse nel 1848, allontanando gli Austriaci alla Montagnola. Nonostante le notevoli distruzioni subite durante la seconda guerra mondiale Bologna ha mantenuto celebri torri medievali e monumentali notevoli:

CATTEDRALE DI SAN PETRONIO
È il monumento più rilevante di piazza Maggiore, una delle più indicative creazioni dell’architettura gotica italiana. Iniziata nel 1390 da Antonio di Vincenzo, fu ultimata nel XVII secolo. La copertura marmoreo della facciata, cominciato agli inizi del XV secolo dal senese Iacopo della Quercia e ripreso più volte, è rimasto non terminato nella parte superiore, ancora oggi in mattoni. Il portale centrale, considerato un capolavoro del primo rinascimento, è ornato di bassorilievi e sculture di Iacopo della Quercia.
L’interno, di forme maestose e altre navate, presenta volte ogivali su pilastri e ampie campate. Nelle cappelle laterali si trovano molteplici opere d’arte, tra le quali dipinti di F. Francia, di L. Costa, del Parmigianino, affreschi di Giovanni da Modena, vetrate di Giacomo da Ulma, statue del Sansovino e un pavimento in maioliche faentine disegnato da P. d’Andrea da Faenza nel 1487.

CHIESA DI SAN DOMENICO
La chiesa, situata nell’omonima piazza, fu edificata dai francescani tra il 1236 e il 1263, in forme gotiche di tipo francese, con abside con cappella a raggera. Rovinata durante la seconda guerra mondiale, fu ristrutturata nel 1949.
La facciata, in stile romanico, è contraddistinta dalla cuspide e dal protiro che precede il portale. Dal fianco si sporge la quattrocentesca cappella di San Bernardino, in stile tardo gotico.
Il campanile più basso è del 1260; tra l’atro, di Antonio di Vincenzo, è del 1402. L’interno, dagli elementi architettonici tipici del gotico transalpino, è a tre navate senza transetto, con ampio coro, ambulacro, cappelle radiali e volte ogivali. Sull’altare maggiore è posta la grande ancona marmorea gotica di Pier Paolo delle Masegne, dalla fine del trecento, abbellita da molteplici statue.
Nella navata sinistra si trova la tomba di Papa Alessandro V, del 1424; in quella destra la tomba di A. Zambeccari, realizzata nel 1571 dal Casario. Di notevole interesse anche la sacrestia e i due chiostri, della fine del XIV secolo.

CHIESA DI SAN GIACOMO MAGGIORE
Situata in piazza Rossini, la chiesa due-trecentesca di San Giacomo Maggiore conserva dell’originale costruzione gotica la bella facciata con il portale fiancheggiato da nicchie sepolcrali e le cappelle absidali. Il lato che dà su via Zamboni è percorso da un portico rinascimentale con ornamenti in terracotta. L’interno, a navata unica, di stile rinascimentale con decorazioni barocche, conserva cospicue opere d’arte: San Francia. Da via Zamboni si accede al quattrocentesco Oratorio di santa Cecilia, con un ciclo pittorico raffigurante la vita di Santa Cecilia e di San Valeriano, opera del 1506 di F. Francia, L. Costa ed allievi.

CHIESA DI SANTA MARIA DEI SERVI
Su strada Maggiore sorge la chiesa gotica di Santa Maria dei Servi, iniziata nel 1346, accresciuta tra il 1386 e il 1396 e compiuta agli inizi del XVI secolo. È preceduta da un quadriportico dalle forme nobili, in parte quattrocentesco.
L’interno, a tre navate, conserva molteplici opere d’arte: affreschi di Vitale da Bologna; polittico raffigurante la Madonna in trono e Santi, di Lippo di Dalmasio; tavola con la Madonna in trono di Cimabue e, all’inizio del peribolo.
In alcune sale del convento contiguo sono conservati alcuni affreschi staccati, tra cui i quattro angeli di G. Reni.

COMPLESSO DI SANTO STEFANO
Complesso di edifici sacri medievali riproducesti i luoghi santi di Gerusalemme, che risalgono forse al V secolo, ma che al momento sono in massima parte dei secoli XI e XII. Prospettano verso la piazza la chiesa dei santi Vitali e Agricola, quella poligonale del San Sepolcro e quella del Crocifisso.

FONTANA DI NETTUNO
La celebre fontana del Nettuno, detta anche del Gigante, si erge nella piazza omonima, di fronte al duecentesco palazzo di Re Enzo, cosi chiamato perché vi fu rinchiuso fino alla morte il figlio di Federico II, Enzo.
La fontana, una delle più belle del cinquecento, fu progettata da T. Laureti e, nel 1566, ornata dalle figure del Giambologna: statue in bronzo di Nettuno col Tridente in atto di placare le onde sirene e putti.

PALAZZO BEVILACQUA
Eretto tra il 1474 e il 1482 da vari architetti di scuola toscana, è considerato l’edificio più bello del primo rinascimento a Bologna. Presenta una facciata in bugnale con doppio ordine di bifore e finestre, e una loggia in ferro battuto. All’interno si apre un bel cortile.

PALAZZO COMUNALE
Monumentale insieme architettonico formato da edifici di epoca diversa che presentano parzialmente su piazza Maggiore. L’edificio a sinistra, a portico ad archi ogivali, è dominato una torre del XIII secolo che si erge al suo fianco. L’edificio a destra, a bifore ornate di terrecotte, è stato ideato nel 1428.
Al centro un grandioso disegnato nel 1555da G. Alessi e terminato in seguito da D. Tibaldi. Sul balcone superiore si trova una statua bronzea del Menfanti rappresentante Gregorio III. Sulla sinistra una terracotta eseguita da N. dell’Arca nel 1478 e raffigurante la Madonna col Bambino. Nell’interno si apre un bel cortile a portico su tre lati, con due belle porte cinquecentesche attribuite all’Alessi. Al piano superiore si trovano sale ricche di opere d’arte. Il palazzo ospita, al secondo piano, le Collezioni Comunali d’Arte, con tele di scuola bolognese.

PALAZZO DEL PODESTÀ
Il duecentesco palazzo del Podestà, che si affaccia su piazza Maggiore, fu riedificato a partire dal 1472 in eleganti forme rinascimentali, su progetto del fiera vanti. Sotto il palazzo, sormontato dalla torre dell’Arengo (XIII secolo) si intrecciano due strade ai cui angoli si trovano le statue in terracotta dei santi Patroni di Bologna.

PALAZZO DELLA MERCANZIA
Elegante edificio medievale bolognese che prospetta su piazza della Mercanzia. Fu eretto in stile gotico a partire dal 1382, probabilmente su progetto di Antonio di Vincenzo. È ornato da un terrazzino con baldacchino cuspidato, bifore di pietre d’Istria, merli e un alto portico.

PIAZZA MAGGIORE
È il cuore di Bologna, dove spuntano la cattedrale di San Petronio, il palazzo del Podestà e il palazzo comunale, sulla destra di San Petronio si trova il palazzo medievale dei Notai, costruito tra il XIV e il XV secolo. Sul lato Est della piazza è situato il palazzo Banchi, ideato dal Vignola nel 1568.

PINACOTECA NAZIONALE
La pinacoteca nazionale di Bologna, divisa in tre seziono, è rilevante principalmente per la conoscenza della pittura emiliana dal XIV al XVIII secolo.
Nella sezione dei Primitivi sono conservati preziosi dipinti del trecento di Vitale da Bologna; Lippo di Dalmasio, Iacopino da Bologna, Giovanni di Modena.
La sezione rinascimento contiene opere che vanno dalla seconda metà del XV secolo al XVI. Tra queste il polittico del Vivarini, la pala dei Mercanti di Francesco del Cossa, il Pianto di Maria di Ercole de’ Roberti, la cena di San Gregorio Magno del Vasari e l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello.
La sezione del barocco raccoglie tele dei Caracci, opere di Guido Reni, di Tiarini, di Cavedoni, del Domenichino, di Pasinelli e molti altri.

TORRI PENDENTI
Delle numerose torri gentilizie che vantava la città in epoca rinascimentale, sono rimaste soltanto la Torre degli Asinelli e la torre Garisenda. La più alta (m. 97.60) è quella degli Asinelli eretta agli inizi del XII secolo con la mansione di torre d’avvistamento. La loggia venne aggiunta nel 1488. Si può salire sulla torre, che ha una pendenza verso Ovest di m. 1.23, salendo su per una scala di 498 gradini.
La torre Garisenda, più antica, fu eretta alla fine dell’XI secolo sempre come torre di vedetta civica. È alta 48.16 metri ed ha uno strapiombo, dovuto al cedimento del suolo, 3.22 metri. Nel XV secolo venne “mozzata” per volere di Giovanni Visconti da Oleggio.

COME ARRIVARE A BOLOGNA

IN AUTO
Per la sua posizione baricentrica, Bologna è servita dalle più rilevanti autostrade che la allacciano con tutta Italia da Nord a Sud, da Est a Ovest e con tutti i paesi che con l’Italia confinano.
Da Nord le principali autostrade sono: la A1, “autostrada del sole”, che collega Bologna con Milano e Firenze e, raccordandosi con la A22, con l’Austria e la Germania; la A13 che proviene da Trieste, Udine, Venezia, Padova e Ferrara. Da Sud si percorre la A1 da Roma, mentre da Est la A14 collega Bologna ad Ancona e Bari.

IN TRENO
Bologna è il più rilevante nodo ferroviario del paese e, data la sua posizione privilegiata, si favorisce di ogni ammodernamento. Con la concretizzazione del sistema ad alta velocità e il potenziamento delle linee Intercity ed Eurostar, ha una connessione quotidiano non solo con il resto d’Italia ma anche con le principali città europee.

IN AEREO
L’aeroporto internazionale “Guglielmo Marconi” assicura, con voli di linea, rapidità di collegamento per passeggeri e merci con le principali località italiane ed europei, alcuni dei quali scali di voli intercontinentali. Numerosi sono i charter che con ritmo settimanale quasi regolare collegano Bologna con molte altre località europee, africane e mediorientali.

COME CIRCOLARE A BOLOGNA

IN AUTO
Il centro storico di Bologna (zona a traffico limitato) è chiuso al traffico privato, compreso i festivi. Le autorimesse e gli alberghi ubicati all’interno della zona a traffico limitato possono rilasciare ai loro clienti un “pass” che consente la circolazione e la sosta.

MEZZI PUBBLICI
A Bologna funzionano un eccellente rete di trasporti pubblici.

LA CUCINA
Una terra fertile e un popolo di buone forchette hanno dato vita a quella che da molti è considerata la cucina più ricca d’Italia. La tradizione gastronomica bolognese come di tutta l’Emilia Romagna si è maturata intorno a tre elementi fondamentali: le paste ripiene, la lavorazione della carne suina e l’importante formaggio grana che, prodotto nel territorio tra Bologna e Piacenza, riproduce ormai una delle bandiere gastronomiche del “made in Italy”.
Sono prodotti tipici della tavola bolognese i tortellini: celeberrima pasta fresca (con ripieno di carne suina, parmigiano e mortadella prosciutto) e le tagliatelle: altro primo piatto fatto completamente a mano, entrambi da condire con ragù oppure con burro e pomodoro fresco.

Altro prodotto della gastronomia felsinea è la mortadella che nasce da una miscela ampiamente sperimentata di carni cotte originari unicamente da suini di allevamenti nazionali ed è un prodotto sano e digeribile da consumarsi sia come pietanza che come appetitoso antipasto. Sempre tra i salumi tipici non possiamo non citare il salame rosa. Il “marbled Bologna” (mortadella marmorizzata) è una antica ricetta dei salumi bolognesi: la carne magra di maiale trasformata e tagliata “in punta di coltello”, con l’aggiunta di guanciale, viene amalgamata con il musolo tritato finemente e poi una volta insaccato, viene cotta per 24 ore a 90°.

Per concludere un cenno sui dolci: gli “

zuccherini della sposa”

riproducono il prodotto tipico della cucina bolognese. Interamente fatti a mano, con un impasto di farina di grano tenero, zucchero, uova fresche e burro, ancora oggi sono in uso nei matrimoni come simbolo di anelli nuziali.

 

 

 

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